Sono presentati i dati di una ricerca condotta su pazienti in trattamento presso un SerT per dipendenza da gioco d’azzardo (gambling). Sono riportate alcune informazioni socio anagrafiche (genere, età, titolo di studio, professione) e altre relative alla loro condotta di gioco: il tipo di gioco, per quanti giorni a settimana e per quante ore al giorno giocano, a che età hanno iniziato a giocare, chi li ha iniziati al gioco e a quale età il gioco è diventato un vero problema. È stato loro richiesto quanti euro a settimana, in media, dedicassero al gioco d’azzardo, di dare una stima del totale di denaro perso dall’inizio della loro abitudine, se avessero in corso debiti con privati e debiti con banche. Data la comorbidità ben nota in letteratura, sono presentati i loro punteggi ad alcune delle scale del Millon Multiphasic Personality Inventory, che stima l’entità di sintomi di asse I e di asse II: dipendenza da alcool, dipendenza da droga, disturbo compulsivo, disturbo d’ansia generalizzato, distimia. I punteggi sono espressi in punti standardizzati T, con media = 50 e deviazione standard = 10; sono considerati patologici punteggi uguali o superiori a 65 (una deviazione standard e mezza dalla media in popolazione). Inoltre, è stata indagata la presenza di altri comportamenti a rischio: ideazione suicidaria, fumare sigarette, consumare droghe o alcool, assunzione di farmaci non giustificata da reali patologie, comportamenti sessuali a rischio, compulsione all’acquisto. a) descrivete e commentate tutte le caratteristiche socio-anagrafiche dei partecipanti, considerando il campione complessivo; b) descrivete e commentate le condotte di gioco, nonché le loro ricadute finanziarie, di maschi e femmine separatamente, evidenziando i punti in comune e quelli discordanti. c) descrivete i punteggi delle scale Millon in riferimento al confronto con le norme: esistono dimensioni in cui questi pazienti possono essere definiti come francamente non appartenenti a una popolazione normativa? Se sì, quali? Quali commenti si possono fare in merito? d) esiste una relazione tra le dimensioni cliniche (punteggi delle scale distimia, disturbo compulsivo, disturbo d’ansia) e le somme spese alla settimana per il gioco? E le ore di gioco al giorno? E i giorni a settimana passati a giocare? Commentate quanto verificato. e) Esiste una relazione tra l’età in cui si è iniziato a giocare e la gravità del disturbo compulsivo? E tra la gravità e la latenza del problema, ovvero il momento in cui il gioco è uscito dal controllo del paziente? Come si possono interpretare i risultati? f) Esiste una differenza tra maschi e femmine rispetto all’età di esordio del comportamento – problema? Se sì, di che tipo? Commentate g) Esiste una relazione tra le scale di dipendenza dall’alcol e dipendenza dalle droghe e le corrispondenti abitudini a rischio (anche l’assunzione di farmaci) ammesse dai pazienti? Commentate quanto ottenuto. h) L’alterazione del tono dell’umore (distimia) è causata dalla quantità di denaro perso in totale? E dalle somme versate a settimana per giocare? E dall’avere debiti (sia con privati, sia con banche)? h) la dipendenza da alcool e la dipendenza da droga possono spiegare, da sole e congiuntamente, il disturbo compulsivo lamentato dai pazienti? i) la quantità di denaro investito a settimana nel gioco dipende dal titolo di studio o dalla professione dei pazienti? e la quantità di denaro perso? E se consideriamo insieme questi due fattori? Commentate. Fate attenzione: ci sono outliers? Se sì, cambia qualcosa una volta correttamente gestiti? l) la quantità di denaro perso può predire lo sviluppo di una ideazione suicidaria nei pazienti?