Sono presentati i dati di una ricerca condotta su studenti al primo e al quinto anno del Corso di Laurea in Medicina Veterinaria. Sono fornite informazioni socio-anagrafiche (anno di corso, genere, età, credo religioso, stile alimentare, possesso di animali) e i punteggi relativi a quattro test: l’Animal Attitude Scale (atteggiamento verso gli animali in generale; i punteggi possono andare da un minimo di 20 a un massimo di 100), la Pet Attitude Scale (atteggiamento verso i pet in particolare; i punteggi possono andare da un minimo di 18 a un massimo di 126), la Human Animal Continuity Scale (percezione di continuità filogenetica tra gli animali e l’uomo; i punteggi possono variare da un minimo di 7 a un massimo di 84), l’Animal Empathy Scale (empatia verso gli animali; i punteggi possono variare da un minimo di 22 a un massimo di 198). A punteggi maggiori corrispondono un atteggiamento più positivo, una maggiore empatia e una maggiore percezione di continuità filogenetica. 1) descrivete e commentate tutte le caratteristiche socio-anagrafiche dei partecipanti, considerando il campione complessivo e separatamente per anno di corso; 2) descrivete e commentate le quattro dimensioni di atteggiamento, percezione di continuità ed empatia, facendo riferimento ai minimi e ai massimi teorici e indipendentemente da ogni altra variabile; potreste fare qualche inferenza sul campione di studenti di veterinaria rispetto a una generica popolazione di ragazzi della medesima età? 3) genere, età, credo religioso, stile alimentare e il possesso di animale hanno un qualche effetto sulle dimensioni valutate? Quali commenti si possono fare in merito ai risultati? 4) E’ plausibile ipotizzare che l’atteggiamento (verso gli animali in generale e verso i pet in particolare) sia influenzato dalla percezione di una più stretta continuità filogenetica. È anche possibile ipotizzare che esso sia in realtà influenzato da una maggiore empatia nell’essere umano verso gli animali. Quale delle due ipotesi risulta verificata dai dati? Se entrambe sono verificate, quale tra i due predittori sembra esercitare un maggior effetto sull’atteggiamento? E se considerati assieme, cosa si verifica? 5) L’ipotesi che ha guidato la ricerca è che lo studio della Medicina veterinaria determina una riduzione dell’empatia verso l’oggetto della cura, fenomeno cui si assiste anche nella letteratura medica umana. Come potreste verificare l’ipotesi con i vostri dati? Commentate i risultati ottenuti 6) È possibile obiettare che la riduzione dell’empatia sia attribuibile al semplice crescere dell’età, e non al passaggio da un anno di corso all’altro. Verificate questa obiezione e commentate. Avreste suggerimenti metodologici per ridurre se non addirittura eliminare l’effetto di questa variabile indesiderata? 7) Oltre all’anno di corso frequentato, è possibile che diverse altre variabili determinino una modulazione dell’empatia. Verificate quindi se vi sia un effetto del genere, del credo religioso, dello stile alimentare e del possesso di animali. Oltre che sull’empatia, verificate questi effetti anche sulle variabili di atteggiamento e sulla percezione di continuità filogenetica. Quali conclusioni potrete trarre, confrontando i diversi risultati?